Color correction e color grading: cosa sono
Color grading e color correction: introduzione
Color grading e color correction: chi si occupa di produzione video ne avrà sentito sicuramente parlare, ma cosa sono realmente e, soprattutto, perché sono fondamentali – o dovrebbero esserlo – in qualunque produzione video che si rispetti? In questo articolo ti spiegherò, partendo dai concetti base fino ad approfondire quelli più avanzati, cosa si intende con i termini “color grading” e “color correction” e come poterne trarre vantaggio per i tuoi video.
Per capire appieno che lavoro fa un colorista, il primo passo è rendersi conto che ogni colore è portatore di un significato. Li usiamo per definire le nostre esperienze sensoriali, descrivere oggetti, esprimere emozioni, evocare sensazioni e atmosfere. Per tutti questi motivi, nell’ambito della produzione video, la color grading può essere considerata a tutti gli effetti una forma d’arte a se stante e può fare la differenza tra un corto, un documentario o un lungometraggio amatoriale e uno candidato agli Oscar.
Color grading: quali programmi usare?
Fino a una decina di anni fa, i processi di color correction e color grading erano appannaggio solo delle maggiori case di produzione cinematografiche, poiché molto costosi e complicati. Oggi esistono invece numerosi programmi – a prezzi ragionevoli – che mettono a disposizione di qualunque montatore con un po’ di talento e buona volontà gli strumenti necessari per far fare un salto di qualità ai propri video.
Sto parlando per esempio di suite come Da Vinci Resolve – disponibile in una versione light già praticamente completa di tutte le funzionalità – o Color Finale – un plugin pensato appositamente per gli editor che usano i prodotti Apple e Final Cut Pro e che vi permette di fare color correction e color grading professionali senza utilizzare un altro programma rispetto a quello che usate per montare il vostro video, con un conseguente notevole risparmio di tempo e una maggiore produttività – o, ancora, Magic Bullet Colorista.
Qual è la differenza tra color correction e color grading?
Anche se i due concetti sono spesso ed erroneamente confusi, esiste una sostanziale differenza tra color correction e color grading. Mentre la color correction modifica il girato per “rimediare” ad errori effettuati durante le riprese – il calore delle luci usate (toni troppo freddi o troppo caldi possono alterare le alte luci o le ombre), una sottoesposizione o sovraesposizione dei soggetti in camera, e così via – o viene utilizzata per uniformare il girato di telecamere diverse a una stessa qualità, la color grading è quel processo di alterazione dei colori per fini estetici, comunicativi e autoriali.
Il colorista crea un look per suscitare una determinata emozione nello spettatore, conscia o inconscia, e lo fa coerentemente con il messaggio che il regista della pellicola vuole trasmettere. Un’altra importante differenza tra color correction e color grading è che, mentre la prima viene effettuata shot per shot, la seconda riguarda l’intero montato o vaste parti di esso a seconda delle location di ripresa e dei diversi momenti in cui si svolge la trama. Ma andiamo più nel dettaglio e scopriamo cosa si può effettivamente fare con un buon programma di color grading.
Perché usare la color grading?
Come abbiamo già detto, un colorista si serve del processo di color grading – la maggior parte delle volte in accordo con il regista e/o il DoP (direttore della fotografia) – a fini estetici e comunicativi. Ma cosa può fare effettivamente un buon colorista per rendere un buon prodotto un film da concorso? Attraverso gli strumenti dei programmi professionali di color grading può ottenere numerosi risultati, tra cui i più importanti sono:
- Creare un mood/stato d’animo: mentre il rosso è associato a sentimenti come amore, passione, violenza e pericolo, l’arancione è collegato a calore, socievolezza, amicizia e giovinezza; abbiamo poi il giallo per suggerire concetti come la follia, la malattia, l’insicurezza; mentre azzurro e viola sono rispettivamente i colori della calma, dell’isolamento, del distacco il primo, e della fantasia, dell’erotismo e dell’illusorietà.
- Suggerire o enfatizzare un momento della giornata: accendere i colori di un’alba o di un tramonto, o trasformare un cielo sereno in uno plumbeo e carico di cattivi presagi, per esempio. O ancora, il giorno può diventare notte: girare in notturna con poca luce non è sempre facile e/o fattibile e, spesso, genera quell’effetto di “sgranamento” o “grana”, indice di bassa qualità e che genera molti problemi in post-produzione; una possibilità alternativa è quindi quella di girare durante le ore di luce e trasformare lo shot in una “notturna” sfruttando la color correction. Altro esempio: una scena, girata per esigenze di produzione in tarda mattinata, può tranquillamente trasformarsi in un romantico scambio di battute al tramonto.
- Suggerire una location: le scene che si svolgono in interni di uffici o ospedali hanno una dominante verde; una dominante arancio può far intendere allo spettatore che ci troviamo in un’afosa città messicana o in California; mentre, il blu suggerisce un’ambientazione più nordica, come New York o l’Alaska. E tutto questo, indipendentemente dalla location in cui siano state realmente effettuate le riprese.
- Ricreare look popolari o stilizzati: esistono look che sono ormai entrati nel nostro immaginario comune, a volte senza che ce ne rendessimo conto. Pensiamo, per esempio, al teal and orange dei blockbuster hollywoodiani della serie Transformers o ancora all’effetto Bleach Bypass utilizzato in film di guerra e thriller come Salvate il soldato Ryan, Minority Report e Seven. Con buone nozioni di color grading è possibile ricreare lo stesso identico look per i propri video, rendendoli a tutti gli effetti dei prodotti cinematografici.
Color grading e color correction: conclusioni
In questo articolo abbiamo imparato cosa sono la color correction e la color grading, quali sono le loro principali differenze e alcune delle loro preziose funzionalità. Ma la realtà è che abbiamo solo scalfito la superficie dei due processi, che nascondono un intero mondo da esplorare e in cui la Ril Productions è felice di condurvi, articolo dopo articolo, sempre più in profondità fino a svelarvi i segreti dei coloristi di Hollywood che da anni incantano gli spettatori con la loro arte e che hanno lavorato al fianco dei maggiori registi e montatori del pianeta.
Se hai dubbi riguardo a quanto scritto in questo articolo o richieste su futuri argomenti da trattare relativamente alla color correction e alla color grading, lasciaci un messaggio nell’apposita sezione dei commenti e ti risponderemo quanto prima.
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Comment by Massimiliano |
Grazie per l'articolo.
Reply by Igor Riccelli
Grazie a te per essere passato sul nostro blog!
Comment by Fulvio |
Interessante introduzione, sono un autore che delle luci che lavora prevalentemente con il teatro.
Trovo intrigante sperimentare il concetto di color grading durante la messa in scena di un testo teatrale.